giovedì 11 novembre 2010

CONTRO LA DITTATURA DELL’IGNORANZA

 Intervento di un insegnante dell'ITIS "Volta" all'assemblea del 4 novembre   

Attenzione al pericoloso convincimento che questa non sia un riforma della scuola ma siano solo tagli indiscriminati mascherati.
Stiamo attenti, perché in questo momento in Italia si stanno distruggendo tre pilastri fondamentali del mondo occidentale democratico: conoscenza, pensiero, informazione.
Stiamo assistendo alla loro sistematica destituzione di senso.

Questa riforma ha un preciso obiettivo: distruggere il sistema dell’istruzione in ogni suo segmento: dalla scuola elementare all’Università.
L’obiettivo è la dittatura dell’ignoranza.
Questo governo, come ha detto qualcuno, ha sdoganato l’ignoranza. Ne ha
affermato l’orgoglioso diritto.
Questo governo, più di tanti altri, disprezza i saperi ed i loro cultori, gli insegnanti, ma anche i loro fruitori: gli studenti e le famiglie.
Questi vecchi al potere stanno compiendo sui giovani un genocidio culturale, stanno uccidendo i loro figli. Stanno facendo fuori il futuro.

Oggi dobbiamo chiederci: qual è il futuro del sapere in questo paese triste e disorientato in cui la classe dirigente sta disintegrando le parti vitali della società?

C’è una generale mancanza di senso nei giovani che per questo vivono una crisi nella crisi.
Li si elimina selettivamente dalla scuola: l’obbligo è sceso a 15 anni, si diminuiscono le ore di insegnamento e l’uso dei laboratori, si lasciano cadere a pezzi le aule, i genitori verniciano, aggiustano, acquistano materiale scolastico e comprano pure la carta igienica…

Ai giovani fuori dalla scuola non si offre un’alternativa se sono poco motivati e una occupazione se si diplomano con successo.
I migliori o i più ricchi se ne vanno e diventano un valore per le altre nazioni.         
Per chi resta, questo paese offre loro la dittatura dell’ignoranza, fatta dal governo del  “fare”, anche senza conoscere e sapere.  Ciò genera la pericolosa illusione che della cultura si può fare a meno.

Lo dimostrano i tagli alla cultura. Musei, biblioteche, teatri, cinema, istituzioni accademiche, non hanno più finanziamenti.

Ma risulta evidente anche la crisi di una informazione che passa solo attraverso la televisione, agenzia formativa imperante tra i nostri studenti e i nostri figli. Non c’è ormai format di intrattenimento televisivo che non abbia come obiettivo quello di diffondere l’ignoranza. Le notizie vengono date e smentite, quello che era vero ieri, oggi non lo è più. Si promette ciò che non si può mantenere. Si mente sapendo che non si verrà smentiti.
Che importa: tanto si è nel mondo illusorio della rappresentazione per immagini.
Il sapere e il pensiero non passano più attraverso il testo scritto, la lettura ad alta voce o mentale. Queste capacità richiedono uno sforzo di analisi che molti non sanno più fare. Il linguaggio comune si impoverisce ed il pensiero langue.

Ovvio che la scuola e la famiglia siano impotenti ed escano sconfitte da questa dittatura dell’ignoranza.
Ma in realtà: a chi importa della scuola e della famiglia?
Perché c’è tutto questo assordante silenzio intorno ad esse?
Forse perché scuola e famiglia non servono più a nessuno. O forse perché ancora resistono ed esistono, malgrado tutto.

Ma i tagli alla scuola parlano chiaro. Dimostrano che si può fare a meno di insegnare ai giovani ad imparare a vivere, come diceva Rousseau nell’Emile.
Insegnare è una missione laica, è un mestiere in cui si aiutano gli altri. Come fanno i medici, gli avvocati, i pompieri, le forze dell’ordine, la magistratura.

Eppure nessuna categoria del pubblico impiego è stata colpita così duramente come quella dei docenti. Non è un caso che si attacchino gli insegnanti, il loro ruolo sociale e la loro integrità culturale. Che si tolga loro una dignità economica, un futuro occupazionale, un giusto riconoscimento degli anni di lavoro.

La scuola non serve più a nessuno ma sa ancora:
·     costruire cognizioni unitarie e coerenti;
·     trasmettere l’identità e l’unità della nazione;
·     richiamare i valori fondanti della Costituzione italiana.

Gli insegnanti italiani da nord a sud, questo lo sanno bene.
Lo sanno un po’ meno bene i genitori e l’informazione. Fino ad ora è un po’ mancata, troppo presa dai problemi del premier.
Se vuole aiutare questo paese a ritrovare il sapere ed il pensiero,contro la dittatura dell’ignoranza deve giocare la partita della democrazia.

Ma è una partita che dobbiamo giocare tutti insieme.


ITIS A.VOLTA
Novembre 2010

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