giovedì 27 ottobre 2011

Mozione di non collaborazione alle prove Invalsi per i Collegi dei Docenti

A questo link  http://www.retescuole.net/contenuto?id=20111025145848 la mozione di non collaborazione alle prove Invalsi del  Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova.
Di seguito il testo della mozione per i Collegi docenti di Padova



MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
ISTITUTO  ………………………… – PADOVA
Il Collegio Docenti dell’Istituto ……………. di Padova, riunito il …../…./2011, preso atto delle
modalità fino ad ora seguite per la gestione delle prove INVALSI su indicazione del M.I.U.R.,
VISTO
● l’art.  4  comma  4  DPR  n. 275/1999  - Regolamento Autonomia che recita “..nell'esercizio
della autonomia didattica le istituzioni scolastiche ... individuano inoltre le modalità e i criteri di
valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale ed i criteri per la valutazione
periodica  dei  risultati  conseguiti dalle istituzioni scolastiche rispetto agli obiettivi prefissati”;
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011 secondo cui “la rilevazione avrà
carattere censuario e riguarderà obbligatoriamente tutti gli studenti delle istituzioni scolastiche
statali e paritarie frequentanti le classi II e V della scuola primaria, I e III della scuola secondaria
di primo grado e II della scuola secondaria di secondo grado”;
● la sentenza  della Corte  di Cassazione  n.  23031/2007 per la quale le circolari e le note, quali
quella sopra citata, hanno natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione,
esprimono esclusivamente un parere e non vincolano addirittura né  la stessa autorità che  le
ha  emanate  né  gli  uffici  gerarchicamente  sottordinati, ai quali non è  vietato di disattenderle;
● la nota MIURA00DGOS prot. 6830 R.U./U./ del 18 ottobre 2011, in cui si chiarisce che “a livello
di scuola, la collaborazione riguarda la raccolta e l’inserimento dei dati di contesto necessari
per il calcolo del valore aggiunto, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati
sui fogli risposta, secondo le indicazioni che saranno tempestivamente fornite dall’INVALSI.”;
“... gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio
di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente
scolastico e deliberato dal collegio dei docenti ai sensi dell’art 28, comma 4, del vigente
C.C.N.L.. Inoltre il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in
sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente C.C.N.L”.
● il  contratto  nazionale di  lavoro che non prevede alcun obbligo a collaborare ad attività di
questo tipo né tra gli obblighi di servizio né nella funzione docente, mentre prevede che il  Piano
annuale  delle  attività comprensivo degli impegni di lavoro, sia deliberato dal Collegio dei
docenti” (art. 28, comma 4);
CONSIDERATO CHE
● le prove INVALSI hanno sollevato diverse perplessità tra i docenti rispetto alla loro
strutturazione, all’efficacia della rilevazione e al loro utilizzo;
● non esiste alcuna norma che preveda l’obbligatorietà della somministrazione e della correzione
delle prove INVALSI da parte del personale docente; 
● negli ultimi anni i fondi assegnati alle Scuole per il loro funzionamento e per
l’arricchimento dell’offerta formativa sono andati pesantemente diminuendo per i tagli
richiesti dalle varie Finanziarie e che per pagare i docenti impegnati nell’espletamento
delle Prove Invalsi si dovrebbe andare a pesare sull’impoverito Fondo d'Istituto limitando
così ulteriormente le attività a favore degli alunni;
DELIBERA
● di non inserire la somministrazione e la correzione delle Prove INVALSI tra le attività da
incentivare con il Fondo d’Istituto;
● di non dare la propria disponibilità alla correzione degli elaborati.
Padova,  ……………………

mercoledì 26 ottobre 2011

ASSEMBLEA PUBBLICA A PERUGIA

I coordinamenti “W la scuola pubblica” e “Dei precari della scuola di Perugia”

HANNO INVITATO L'UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE, I SINDACATI, I RESPONSABILI DELLA SICUREZZA
E LA STAMPA LOCALE
A INCONTRARE GLI OPERATORI DELLA SCUOLA,
GLI STUDENTI E I GENITORI PER UNA

ASSEMBLEA PUBBLICA A PERUGIA
GIOVEDI’ 27 OTTOBRE 2011, ore 16
SALA DELLA VACCARA

PERCHÉ QUESTA È LA SITUAZIONE CHE SI PRESENTA ALL’INIZIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO:

·        aule sovraffollate in spregio a tutte le leggi sulla sicurezza e alle normative igieniche
·        mancanza di servizi e strumenti indispensabili (fotocopie, carta igienica, cancelleria…)
·        difficoltà di attuazione di una didattica individualizzata e di istituire corsi di recupero, potenziamento e approfondimento
·        diminuzione delle iniziative di aiuto e integrazione per gli studenti stranieri
·        studenti diversamente abili sempre meno tutelati
·        tempo pieno non garantito a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta
·        impossibilità di attivare insegnamenti “alternativi” all’ora di religione
·        numero insufficiente di collaboratori scolastici
·        impossibilità di nominare supplenti, conseguente smembramento di intere classi e momentaneo “parcheggio” degli alunni in altre aule, se non lasciati addirittura senza sorveglianza, o in alternativa ingressi posticipati e uscite anticipate da scuola con grave lesione del diritto allo studio
·        precarietà dei modi, dei tempi, dei luoghi e soprattutto del personale della scuola.

PERCHÉ CHI È RESPONSABILE DELLA SCUOLA, ANCHE A LIVELLO LOCALE, DEVE ASCOLTARE CHI DAL "BASSO" VIVE QUESTI DISAGI E DARE RESPONSABILMENTE DELLE RISPOSTE. PERCHÉ LA CITTADINANZA SIA INFORMATA. PERCHÉ SI POSSANO TROVARE PERCORSI E SOLUZIONI CONDIVISI.

mercoledì 19 ottobre 2011

Giornata di protesta mondiale degli indignati

Tratto da http://lapoesiaelospirito.wordpress.com
La giornata di protesta mondiale degli indignati si è svolta pacificamente sabato 15 ottobre in tutto il mondo tranne che in Italia. Il nostro paese si è fatto trovare impreparato a un appuntamento annunciato e che come prevedibile oltre a centinaia di migliaia di giovani, famiglie e cittadini pacifici ha visto in azione un migliaio di incappucciati. Si può parlare di edifici dati alle fiamme, scontri con la polizia, auto incendiate; degli inutili gli sforzi del corteo per isolarli, di decine di feriti, venti fermati, dodici arresti, della polizia che carica persone inermi, dei deliri dei giornali di destra. Ma soprattutto si dovrebbe parlare della enorme manifestazione e dei motivi che hanno spinto milioni di persone a manifestare in tutto il mondo. Si tratta di un movimento che
Esprime la rabbia d’una generazione senza futuro e senza più fiducia nelle istituzioni tradizionali, quelle politiche ma soprattutto quelle finanziarie, ritenute responsabili della crisi e anche profittatrici dei danni arrecati al bene comune (vedi qui)
Come dicono dati di fonte Onu: il 2% dell’umanità possiede circa il 50% delle ricchezze mondiali, il 10% dell’umanità possiede circa l’85% delle risorse planetarie. In Occidente nella fascia di giovani tra i 15 e i 25 anni il suicidio è la prima causa di morte… delle migliaia di migliaia di dollari ed euro movimentanti ogni giorno per via telematica nel mondo ben il 95% sono destinati ad operazioni di speculazione. Per restare in Italia, secondo il rapporto della Caritas sulla povertà nel nostro Paese, in soli cinque anni, dal 2005 al 2010, il numero dei giovani che si rivolgono ai Centri di Ascolto è aumentato del 59,6%. Il 76,1% di essi non studia e non lavora, percentuale che nel 2005 era del 70%.
E dovrebbero fare riflettere queste parole di Mario Draghi:

Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent’anni e sono senza prospettive
 (vedi qui)
che pure ricordiamo come l’autore di questa lettera del 5 agosto in cui dice che
Il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per ilturnover e, se necessario, riducendo gli stipendi.
Infatti così commenta Marco Rovelli:
Poi senti i Draghi e i Letta, e capisci molto di questa anomalia: dicono che le ragioni della manifestazione sono giuste… Ma come? Noi eravamo lì contro di voi! Ma allora non ci ascoltate. Ed è noto che è il non-ascolto a produrre violenza (vedi qui)
La gioventù precaria occupa sempre più le pagine dei giornali. E’ di questa settimana un appello di Ilvo Diamanti ai “ragazzi“:
Studiate. Soprattutto nella scuola pubblica. Anche se i vostri insegnanti, maestri, professori non godono di grande prestigio sociale. E guadagnano meno, spesso molto meno, di un artigiano, commerciante, libero professionista… Anche se la scuola pubblica non ha più risorse per offrire strumenti didattici adeguati e aggiornati. Anzi, semplicemente: non ha più un euro. Ragazzi: studiate. Nella scuola pubblica. E’ di tutti, aperta a tutti. Studiate. Anche se nella vita è meglio furbi che colti. Anzi: proprio per questo. Per non arrendersi a chi vi vorrebbe più furbi che colti. Perché la cultura rende liberi, critici e consapevoli. Non rassegnatevi. A chi vi vorrebbe opportunisti e docili. E senza sogni. Studiate. Meglio precari oggi che servi per sempre.
Parole che sembrano riecheggiare quelle del Collettivo studenti di Pontedera che, in risposta all’invito di 18 presidi toscani a non occupare le scuole, denunciano una classe politica che
«ci consegna un paese sull’orlo di un abisso economico, pieno di privilegi e di marciume, una mignottocrazia dove la cultura ha meno valore di un calciatore panchinaro o di una velina semiscoperta».
Passando ai tagli all’istruzionela nuova Finanziaria continua a prelevare dagli stipendi dei dipendenti pubblici. Ricordiamo qualche provvedimento fra quelli che interessano più da vicino i lavoratori della scuola: istituisce una tassa per chi aspira ad avere un posto da statale. Per partecipare a concorsi per l’assunzione nel pubblico impiego si dovrà pagare una somma compresa tra 10 e 15 euro. La tassa è giustificata come “diritto di segreteria” come per la copertura delle spese della procedura. Poi, i distacchi, le aspettative e i permessi del settore scuola sono ridotti del 15% a decorrere dall’anno scolastico 2012-2013. La misura, secondo la bozza di ddl, è prevista “al fine di valorizzare le professionalità del personale scolastico“. Inoltre, gli istituti autononi non potranno avere dirigenti scolastici assegnati a tempo indeterminato se hanno meno di 300 alunni. Frattanto procede il dimensionamento degli istituti scolastici, con scadenza al 31 dicembre, nonostante appelli e proteste.
L’altro evento in evidenza in settimana è stato il concorso per dirigenti scolasticiLe prove preselettive si sono svolte il 12 ottobre. Una prova caratterizzata da 4 ore di ritardi e un’organizzazione macchinosa. Si è fatto di tutto perché i candidati, arrivati al “via” dopo ore al freddo e stressati dall’attesa, non dessero il meglio di sé. Le difficoltà pratiche sono state di ogni genere, a cominciare da quelle con il volume contenente le 100 domande a cui rispondere: una domanda ogni minuto, proprio fatto apposta per impedire di pensare. Cosicché alla fine il tempo per rispondere ai quesiti è stato per molti insufficiente.
Ma le polemiche attorno al concorso sono continuate. Giorgio Israel fa un’analisi dell’assurdità di molti 100 test somministrati, per concludere che “questa non è roba da paese democratico, questa è roba di stile sovietico o da Minculpop“. Inoltre si è scoperto che alcuni degli 89 esperti nominati dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini per formulare le oltre 5.000 domande della prova preselettiva hanno anche svolto corsi di preparazione a pagamento per superare la preselezione. Una sovrapposizione che contribuisce a creare ombre sulla trasparenza dell’operazione.
Tanto che c’è chi ritiene “auspicabile che il Ministero, prima che sia chiamato a farlo la Magistratura, annulli il presente concorso, per emanare, a breve, un nuovo e diverso bando“. Intanto l’Anief prepara un ricorso al Tar del Lazio. Le pre-adesioni per il ricorso devono pervenire per mail già da oggi a r.dirigente@anief.net con indicato nell’oggetto, “pre-adesione ricorso 2 Tar Lazio”. Uno stop al concorso potrebbe arrivare anche dai precari, visto che il Tar aveva accettato il ricorso di alcuni precari che erano stati esclusi dalla selezione, ammettendoli all’esame ma con riserva.
Per Secondo Amalfitano, presidente di Formezitalia, tutto si è svolto in modo perfetto. Lo stesso così risponde alle critiche: “Forse i docenti che ambiscono a diventare presidi sono più propensi a valutare che ad essere valutati”. Le correzioni delle prove cominciano lunedì 17 ottobre.
In settimana sono stati finalmente diffusi i numeri della scuola italiana.Gli studenti sono 7.830.650 per la precisione, più di 370.000 le classi sparse in circa 42.000 scuole, e 778.736 i docenti. In crescita il numero degli alunni. Alla scuola primaria risultano iscritti oltre 2,5 milioni di studenti. Stessi numeri nella scuola superiore. Un milione di studenti frequentano invece la scuola dell’infanzia e 1.689.029 la scuola media.
Scende il numero di docenti precari: nel 2006-2007 era precario il 17,9% dei docenti in cattedra, nel 2010-2011 la percentuale scende al 14,9 per cento, nel 2011-12 scende ancora al 12,9 per cento. Si vede l’effetto dei tagli di circa 87.000 posti di lavoro.
Per quanto riguarda i precari della scuola: è stato pubblicato il decreto Salvaprecari per l’a.s. 2011/12. La scadenza della domanda è il 2 novembre 2011. Qui si possono trovare delle guide per la lettura del decreto e la compilazione della domanda per il personale docente. Un’altra notizia arriva dalla Sicilia: il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso nei confronti dell’arbitraria distribuzione su base territoriale, da parte del Ministero dell’Istruzione, delle immissioni in ruolo disposte dal 2008 in poi.
Per l’università, segnaliamo una analisi di Osvaldo Roman dello schema di decreto legislativo sulle retribuzioni dei docenti universitari mostrandone la illegalità. Tale decreto infatti prevede nuove tabelle retributive per i professori ordinari di prima e seconda fascia che non rispettano quanto previsto dall’articolo 36, secondo comma, del DPR n.382/80 e cioè l’aggancio permanente alla retribuzione(46,8% comprensivo dell’indennità di funzione) del dirigente generale di livello A dello Stato.

giovedì 26 maggio 2011

Il futuro della Scuola Pubblica

Lunedì 30 maggio alle ore 16.00 
si terrà presso i locali del Liceo Alessi 
un incontro-dibattito sul futuro della scuola pubblica, con l'intento di delineare una prospettiva condivisa che evidenzi le attuali criticità e le possibilità di evoluzione.
Parteciperà il Prof. Mauro Volpi con un intervento su Scuola e Costituzione. Interverranno inoltre
Andrea Capotorti (ricercatore universitario), Alba Cavicchi (presidente del CIDI provinciale), Anna Piazza (Age Pg) e ancora studenti, genitori e insegnanti.

sabato 7 maggio 2011

Prove INVALSI

Il  Coordinamento Docenti per la Scuola Pubblica di Perugia

In merito alle prove INVALSI previste per martedì 10 maggio 2011
propone quanto segue:

premesso che:

·     le Note ministeriali del 30 dicembre 2010 e del 20 aprile 2011 NON SONO fonti di legge e non vincolano quindi i docenti alla somministrazione,
·     alcuni sindacati di categoria ribadiscono in documenti ufficiali la “non obbligatorietà” dei quiz,
·     i Collegi dei docenti, unico organo deliberativo della scuola, NON SONO STATI CONVOCATI per esprimersi sull’adesione, né la somministrazione delle prove è stata prevista dai Piani Annuali delle scuole;
·     non ci sono stati tempi e spazi sufficienti di discussione relativi alla valenza didattica delle prove stesse,
·     non sono noti i criteri della scelta delle classi campione,
·     per le classi non rientranti nel campione la somministrazione e la correzione delle prove è affidata alle scuole,

invita gli insegnanti
ad astenersi dal correggere le prove INVALSI

dato che:

·     è proprio la Nota ministeriale del 20 aprile 2011 a sottolineare che “le attività di somministrazione e correzione delle prove INVALSI sono da contemplare tra gli impegni aggiuntivi dei docenti”- in quanto non previsti dagli artt. 28 e 29 del Contratto di lavoro,
·     le scuole e gli insegnanti non sono stati coinvolti nella individuazione di obiettivi, criteri, modalità e finalità della valutazione INVALSI,
·     la certificazione delle competenze non può essere legata ad una prova nell’ultimo periodo di scuola, ma deve essere frutto di una continua attenzione posta dagli insegnanti rispetto allo sviluppo/crescita dell’alunno e del suo apprendimento e adottata in ordine a più indicatori e relativi descrittori chiari e condivisi fin dall’inizio del percorso formativo,

è evidente infatti che

·     l’INVALSI è il primo tassello di un meccanismo che lega la valutazione degli studenti al finanziamento delle scuole e alla creazione di graduatorie di docenti nelle tre fasce di merito già previste dal decreto Brunetta.

(In allegato documento di Non disponibilità a collaborazione)

Manifestazione del 6 maggio a Terni


giovedì 5 maggio 2011

Il Coordinamento Docenti per la Scuola Pubblica di Perugia aderisce allo sciopero generale indetto per il 6 maggio 2011 dalla CGIL.


 Scioperiamo
   contro una riforma sconsiderata ed illegittima, che
adducendo motivazioni di “risparmio” e “razionalizzazione” non risparmia
né le eccellenze né le necessità dell'istruzione pubblica.
• Una riforma che continua il suo corso nonostante la bocciatura del
Consiglio di Stato, del TAR del Lazio e del Consiglio Nazionale
della Pubblica istruzione.
• Una riforma contro la quale studenti, insegnanti, personale ATA,
precari e dirigenti si sono mobilitati e continuano a mobilitarsi nelle
forme più svariate.
• Una riforma che costituisce un attacco intenzionale ed ideologico
all'istruzione pubblica da parte di quelle stesse istituzioni che
avrebbero il compito di difenderla e sostenerla, e che invece ne
progettano la demolizione in favore dell'istruzione privata.


Scioperiamo
• in difesa dei 35.000 lavoratori dei quali la terza ondata della riforma
Gelmini causerà il licenziamento.
• In difesa dei lavoratori della conoscenza, solidali con la loro
frustrazione nel vedersi sempre più abbandonati e persino denigrati
nel compimento della funzione educativa.
• In difesa degli studenti privati del diritto allo studio, e delle famiglie
che non vogliono o non possono affidarli alla scuola privata .

Manifestiamo insieme alla cittadinanza tutta in difesa di una scuola pubblica, libera e capace di trasmettere conoscenza e dignità ai cittadini di domani.

Coordinamento Docenti per la scuola Pubblica di Perugia

lunedì 25 aprile 2011

Per il prossimo anno scolastico previsti 1070 posti in meno per i docenti in Umbria

  

Tutti i dati relativi al prossimo anno scolastico sono reperibili all'indirizzo
http://istruzione.umbria.it/news2011/organico/riparto_regionale_2011_2012.pdf

Precari: boicottiamo libri case editrici Berlusconi


In risposta frasi premier sui rischi frequenza istituti pubblici


Roma, 22 apr. (TMNews) - Boicottare i libri scolastici prodotti dalle case editrici facenti capo al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che nelle scorse settimane ha associato la scuola pubblica al rischio di imbattersi in insegnanti di sinistra "che inculcano ideologie e valori diversi dal quelli della famiglia". L'iniziativa è di un gruppo di docenti, facenti capo alle associazioni dei precari, che, a pochi giorni dai consigli di classe durante i quali si decideranno i testi del prossimo anno scolastico, stanno invitando i colleghi a non adottarne una precisa parte: l'invito comprende, oltre alle motivazioni della scelta, anche l'elenco delle case editrici in qualche modo legate al premier Berlusconi. 

"Il capo di governo - scrivono i promotori dell'iniziativa nel testo diffuso anche via internet - ci ha accusati di corrompere i giovani. Ora, più moderatamente, ha detto che "inculchiamo" valori diversi da quelli delle famiglie" e che "i libri di testo in uso nella scuola, a suo dire, sono "comunisti".  Però un buon numero di case editrici scolastiche sono di sua proprietà; un altro gruppo sono di Rcs: Bompiani, La Nuova Italia, Sansoni, Garzanti, Fabbri; altre due, piuttosto importanti, sono di orientamento cattolico: La Scuola, Sei". 

Come si fa, continuano i docenti precari, ad "adottare libri che fanno fare profitti a chi" denigra la nostra categoria e "ci ha negato il rinnovo del contratto di lavoro, ci ha bloccato lo stipendio da anni e per anni, ha lasciato e lascerà senza lavoro migliaia di colleghi". 

La lista "nera" delle case editrici che i docenti precari consigliano di boicottare comprende tutte quelle appartenenti al gruppo Mondadori: A. Mondadori Scuola, C. Signorelli Scuola, Einaudi Scuola, Electa Scuola, Juvenilia Scuola, Le Monnier Scuola, Minerva Scuola, Mursia Scuola, Piemme Scuola, Poseidonia Scuola, Salani Narrativa, Scuola & Azienda. 

venerdì 18 marzo 2011

Da La Repubblica 18 marzo 2011



Il giallo delle prove Invalsi
scricchiola il "sistema Gelmini"

Le prove per testare il livello di preparazione degli alunni italiani in programma a maggio, ma restano i dubbi sulla loro obbligatorietà e i cobas hanno lanciato una campagna che le contesta. I dubbi dell'avvocato dello Statodi SALVO INTRAVAIA

Giallo sulle prove Invalsi, in calendario dal 10 al 13 maggio prossimi, le prove che testano il livello di preparazione degli alunni italiani. Sono obbligatorie o le scuole possono decidere di non farle? Egli insegnanti sono obbligati a somministrare i test? Dopo la lettera dell'avvocato dello Stato, Laura Paolucci, e la presa di posizione dei Cobas, la questione è tutt'altro che chiara. E le prove Invalsi, che per la prima volta diventano obbligatorie anche al superiore, rischiano di naufragare. I presidi delle scuole superiori si riuniscono, si chiamano e si interrogano sul da farsi. Alcuni chiedono al collegio di esprimersi in merito, altri inviano circolari perentorie: sono obbligatorie e occorre svolgerle. Ma come stanno in effetti le cose? 

Le scuole hanno l'obbligo fare svolgere agli alunni delle scuole elementari (seconda e quinta), medie (prime) e superiori (seconda) le prove predisposte dall'Invalsi annualmente, ma gli insegnanti della scuola non hanno nessun obbligo di somministrare i questionari, di compilare le relative schede, né tanto meno di sorvegliare le classi durante lo svolgimento delle prove. Si tratterebbe, per i docenti, di lavoro straordinario che il capo d'istituto dovrebbe trovare il modo di retribuire con un compenso a parte. Se tutti i docenti a maggio si rifiutassero di "collaborare" con l'Invalsi, con quale personale potrebbe assicurare lo svolgimento delle prove il dirigente scolastico?

Ma c'è di più: le scuole non hanno fondi da distribuire per un'attività che non è contemplata nel contratto di lavoro degli insegnanti e che non si saprebbe neppure come classificare. Secondo i Cobas, che stanno portando avanti una campagna nelle scuole per fare saltare le prove, "tutto il lavoro richiesto ai docenti per la somministrazione dei test non è obbligatorio". Tutte le operazioni connesse con i test Invalsi comportano un lavoro aggiuntivo che non rientra fra i compiti "obbligatori" del docente e che, quindi, non è tenuto a svolgerlo. I docenti che decidessero di accettare tale compito aggiuntivo devono comunque essere remunerati con il fondo di istituto.

Linea sostanzialmente confermata dall'avvocato dello Stato, Laura Paolucci, in una missiva pubblicata sul sito dell'Ufficio scolastico regionale del Piemonte: le prove sono obbligatorie per le scuole e il collegio dei docenti non ha nessun potere di deliberare in merito. Gli obblighi di lavoro dei docenti sono articolati in "attività di insegnamento" e "attività funzionali all'attività di insegnamento". La somministrazione delle prove Invalsi non può essere considerata, ovviamente attività di insegnamento, né attività funzionale, in quanto il contratto le elenca. E tra queste troviamo: la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione degli elaborati; la cura dei rapporti individuali con le famiglie. Ma anche la partecipazione ai consigli di classe, ai collegi dei docenti, i ricevimenti con le famiglie e gli scrutini.

Di eventuali prove, come quelle Invalsi, non vi è traccia. Ma alcuni presidi contano di aggirare l'ostacolo organizzando la somministrazione delle prove durante le ore di lezione. E' possibile, in questo modo, risolvere il problema? Gli insegnanti, a questo punto, sono obbligati a svolgere un'attività diversa da quelle previste dalla cosiddetta "funzione docente"? La questione non mancherà di aprire altre polemiche, almeno fino a maggio.

Ma è l'intero sistema di valutazione messo in piedi dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che nel complesso scricchiola. Il milleproroghe ne ha disegnato l'architettura in questo modo: l'Indire (l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), che si occuperà della valutazione degli insegnanti; l'Invalsi, che testa la preparazione degli alunni, e il "corpo ispettivo", che valuterà le scuole e i dirigenti scolastici. Un sistema che si regge su "tre gambe".

Ma l'Invalsi, prima gamba del sistema di valutazione, è zoppa: potrebbe avere in futuro difficoltà a somministrare le prove agli alunni, perché nel contratto dei docenti non è previsto nessun impegno in tal senso. La seconda gamba, l'Indire, non c'è. E' stato chiuso con la finanziaria e nel 2007 e l'altro istituto, l'Ansas (l'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica)  -  che secondo i decreti del ministro Gelmini dovrebbe svolgere un ruolo di consulenza riguardo ai progetti sul merito lanciati a Milano, Napoli e Torino, per gli insegnanti, e a Siracusa, Pisa e Cagliari, per le scuole  -  è stato prorogato di un anno, ma non ha tra le sue competenze quelle di valutare scuole e insegnanti. Insomma, un pasticcio.

La cosa è emersa in commissione Cultura al Senato qualche giorno fa. "Pur prendendo atto  -  ha dichiarato il sottosegretario Giuseppe Pizza  -  delle dichiarazioni rese dal rappresentante del governo in commissione, secondo cui si tratta di un errore tecnico, resta da chiarire se è intenzione del governo attribuire all'Ansas anche compiti di valutazione ovvero modificare diversamente la norma sul milleproroghe".

C'è poi il corpo ispettivo, la terza gamba, che però ha il personale ai minimi termini. E il concorso in fase di svolgimento si preannuncia in salita: per un pasticcio nel bando, tantissimi esclusi ai test di ammissione si sono rivolti al Tar e la selezione, che comunque vadano le cose non si completerà prima di un anno, potrebbe subire uno stop, lasciando il sistema zoppo anche della terza gamba.

giovedì 10 marzo 2011

IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA E DELLA COSTITUZIONE

Aderiamo alla manifestazione  che si terrà a

Perugia  in piazza della Repubblica
il 12 marzo alle ore 16.00

Il 12 marzo in tutta Italia si manifesterà, un atto critico che è anche l’espressione di una riflessione amara. La scuola descritta nella Costituzione, la scuola pubblica, libera, laica, pluralista sta scomparendo.
A causarne il tracollo graduale, le sempre più evidenti difficoltà dovute ad anni di incuria e abbandono: nell’ultimo periodo, poi, si sono susseguiti interventi politici dagli effetti disastrosi, fatti di tagli indiscriminati alle risorse ed al personale. La scuola pubblica è stata trattata come un pachidermico, dispendioso ed, in definitiva, inutile residuato di un passato remoto, da razionalizzare e ridurre fino all’osso.
Da lavoratori della scuola ci chiediamo: come si può pensare che essa  rappresenti un peso morto per la società, nient’altro che uno spreco di risorse come ci viene descritto?
A chi ha dimenticato e continua a dimenticare il ruolo fondamentale della scuola nella costruzione di uno stato democratico non possiamo che riproporre le parole della Costituzione.
Essa afferma che l’arte e la scienza devono essere libere, libero ne deve essere l’insegnamento.
Che la scuola deve essere aperta a tutti.
Che l’istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita.
Che i capaci ed i meritevoli hanno diritto all’istruzione adeguata.
Che allo stato spetta il compito di consentire e promuovere queste condizioni.


Coordinamento Docenti per la Scuola Pubblica Perugia

mercoledì 9 marzo 2011

Scuola e Costituzione

Venerdì 11 Marzo 2011
Una breve riflessione su Scuola e Costituzione
Liceo Scientifico G.Alessi – Perugia -

10 minuti per pensare, 10 minuti per esprimere idee, 10 minuti per confrontarci nel rispetto delle opinioni di tutti perché siamo tutti “eguali … senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (Art.3). Perché crediamo che la scuola della Costituzione è quella inclusiva e, al tempo stesso laica e pluralista, perché crediamo che suo fine primario è promuovere l’integrazione tra gli studenti, rendendoli  uguali nella fruizione dei diritti, pur nel rispetto delle diversità.

Dove, se non nella scuola pubblica, si favorisce l’uguaglianza? (articolo 3) Dove, se non nella scuola pubblica, ci si sforza di garantire pari opportunità di studio, sia al nord che al sud, perché la Repubblica è una e indivisibile? (art.5) Dove, se non nella scuola pubblica si garantisce l’accesso a tutti, anche a studenti con disabilità perché tutti i cittadini hanno pari dignità sociale? (art.2)

La Costituzione della Repubblica Italiana dedica all’istruzione e alla scuola due articoli specifici di cui si propone la lettura integrale il giorno 11 marzo, possibilmente tutti nello stesso momento, all’inizio della quarta ora:

Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Articolo 34
La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Invitiamo studenti e docenti a dire la propria, nella forma che riterranno opportuna e nel rispetto della libertà di tutti.
Un gruppo di docenti e studenti del Liceo Scientifico “Alessi”

A difesa della Costituzione

Manifestazione 8 marzo

Intervento di Daniela Evangelisti per il Coordinamento
foto di Marco Bellizzi

lunedì 7 marzo 2011

Celebriamo insieme l’8 Marzo

Perché crediamo nei diritti, nella cultura, nell’uguaglianza.
 Se non ora, quando?
8 Marzo 2011
Perugia - Piazza della Repubblica
Ore 16.00-18.00
Perché un gruppo di insegnanti partecipa alle iniziative per celebrare l’8 Marzo? 
Qual è il legame fra la scuola e la festa della donna?
I legami sono più di uno, in realtà. In primo luogo c’è un motivo storico. L’8 Marzo, impropriamente detto ‘Festa della Donna’, ricorda un massacro di operaie avvenuto agli inizi del XX secolo. Non esattamente un evento festoso.
E anche oggi, nel nostro paese, nel secolo XXI, in una società occidentale cosiddetta avanzata, c’è ben poco da festeggiare. Le disuguaglianze sono vistose e sono sotto gli occhi di tutti. La presenza femminile nei posti cosidetti ‘di potere’ è assolutamente marginale, la violenza contro le donne è all’ordine del giorno, la disoccupazione femminile, soprattutto al Sud, ha raggiunto livelli record.
Ma come insegnanti, noi siamo soprattutto preoccupati/e del messaggio ‘culturale’ che sta passando al paese. Ormai da tempo le immagini della TV veicolano riferimenti continui alla ‘donna oggetto’,alla donna che si relaziona all’altro solo in quanto corpo, esclusivamente in maniera seduttiva. I recenti fatti di cronaca, inoltre, non hanno fatto altro che rinforzare un messaggio semplice e brutale che si potrebbe riassumere così: donna, conta esclusivamente sul tuo corpo e  sarai ricompensata dal potente di turno.
E’ un messaggio devastante che purtroppo può fare presa su ragazze fragili che spesso provengono da contesti familiari e culturali deboli e deprivati.
Noi, come educatori/educatrici, siamo preoccupati di questo. Lottiamo quotidianamente per far passare un altro messaggio, un messaggio i cui pilastri sono il valore della cultura, dell’impegno nello studio, della fatica, della riflessione. Ci crediamo fermamente. Crediamo che possa essere occasione di riscatto per il  nostro paese. Per tutti, donne e uomini.
Crediamo che sia giunto il momento di far sentire la nostra voce al di fuori dei muri delle scuole. Perché siamo portatori di un messaggio diverso da quello dominante, perché crediamo in valori alternativi, perché abbiamo molto da dire riguardo al futuro del nostro paese.
Se non ora, quando?

venerdì 4 marzo 2011

Manifestazione 12 marzo

Si ècostituito, in occasione di un partecipato incontro cui hanno preso parte rappresentanti di associazioni, sindacati e partiti, il Comitato cittadino 
A DIFESA DELLA COSTITUZIONE E DELLA SCUOLA PUBBLICA di PERUGIA” ,
 che organizzerà anche a Perugia una mobilitazione di piazza per testimoniare la volontà di difendere i diritti sanciti dalla Costituzione e l’istruzione pubblica, svilita e offesa dalle parole del premier. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della mobilitazione nazionale che si svolgerà per sabato 12 marzo. Il Comitato perugino è, dunque, impegnato nell’organizzazione di un evento pubblico in piazza della Repubblica nel pomeriggio del 12 marzo alle ore 16.00, cui sono invitati a partecipare le donne e gli uomini che credono che l’Italia possa essere un posto migliore per tutti.
L’adesione al Comitato è aperta a tutte le persone e i gruppi che vorranno aderire e sostenere la mobilitazione.
Per farlo è sufficiente inviare una mail all’indirizzo: adifesadellacostituzionepg@gmail.com.

Hanno aderito al Comitato e parteciperanno alla Manifestazione le seguenti associazioni, partiti e movimenti di Perugia:
Articolo 21
AUSER
CGIL
Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti - CIDI
Coordinamento dei Docenti della Scuola Pubblica
Comitato SE NON ORA QUANDO?
Federazione dei Giovani Comunisti Italiani
Giovani Comunisti
Giovani Democratici
IDV Giovani
Italia dei Valori
Libera
Libertà e Giustizia
Partito dei Comunisti Italiani
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Democratico
Partito Socialista Italiano
Rete degli Studenti Medi
Rete Viola Perugia
Sinistra Ecologia e Libertà
Tavola della Pace
Unione degli Universitari – UDU
Valigia Blu

martedì 1 marzo 2011

Prossima Riunione Coordinamento Docenti

Lunedì 7 marzo in un aula dell'IPSIA di Piscille 
 dalle 15.00 alle 16.30

All'ordine del  giorno: Partecipazione alle manifestazioni dell'8 e del 12 marzo

Salvatore Settis interviene sulla scuola pubblica


La distruzione della scuola pubblica

Lo scontro sull'istruzione dopo le parole di Berlusconi. La Gelmini le commenta, e cita la Costituzione. Ma capovolge il senso della Carta

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