giovedì 11 novembre 2010

"avvertire il senso di responsabilità…. "

Intervento di un genitore all'assemblea del 4 novembre


Che cos’e’ una RIFORMA?
Non è niente altro che una soluzione mediana tra la CONSERVAZIONE e  RIVOLUZIONE.
Io ho una mia idea, una mia visione di quello che dovrebbe essere il percorso che conduce alla Riforma della Scuola. Perché è di riforma della scuola che parliamo non del settore delle acque minerali e quindi il percorso non è secondario, non è mera formalità.
La scuola che oltre ad essere un settore delicato e pieno di sfaccettature, è anche di fondamentale importanza per un paese civile, soprattutto e sottolineo soprattutto, in un difficile momento politico/economico come quello in cui oggi versa l’Italia.

Se c’è una via d’uscita da questa crisi, accantonando l’idea che pare covare nella mente di qualche “grande” manager che pensa di risolvere tutto importando dalla Cina non solo merci ma anche il diritto del lavoro, questa via, priva di alternative credibili, passa unicamente per la strada dell'arricchimento culturale, della formazione civile e professionale che solo una scuola di livello può garantire.
Allora, per tornare alla mia visione, il processo naturale da seguire è semplicissimo: le parti in campo sono di elementare individuazione, uffici scolastici, docenti, studenti, ata, genitori ed enti territoriali. Ci si riunisce a livello locale, poi a livello regionale e quindi a livello nazionale. Sul tavolo ci saranno tante proposte, qualche scontro dialettico, qualche scelta di compromesso ma sicuramente tanto, tantissimo materiale in mano a coloro che dovranno necessariamente poi fare sintesi per giungere al provvedimento di legge.
Non ho volutamente inserito nell’iter il soggetto “Ministero delle Finanze”, per la sostenibilità finanziaria, perché do per scontato il clima di tale iniziativa così partecipativa sia costruttivo e che non potrebbero in nessun modo emergere istanze assurde o ridicole come ad esempio le famose lavagne “touch”.
Un processo con queste caratteristiche garantirebbe che le proposte sul tavolo rappresentino le reali necessità della base e non gli interessi di pochi.
Io non immagino possa esistere un processo diverso, ma allora mi si pongono degli interrogativi ai quali, sinceramente, non so se la risposta che mi sono dato è quella giusta.
È un problema ideologico? Meramente finanziario? Di presunzione? Di autoritarismo? Dirigismo?
Io, mi spiace, non credo in tutto ciò, non credo (almeno in parte) alla teoria del complotto contro la scuola pubblica ma piuttosto in una pura e semplice quanto disarmante inadeguatezza.

Ieri, cercando di approfondire l’argomento, sono andato nel sito internet del ministero e mi sono letto il curriculum vitae della Ministra. Per il periodo prima della fase politica, subito dopo la data di nascita, sta scritto “avvocato, specializzata in diritto amministrativo”. Certo non pensavo di trovare gli hobby o il film preferito….. dato però che tutti noi sappiamo dove si è abilitata alla professione e perché……. mi sarei atteso che proprio l’abilitazione professionale fosse in qualche modo “mascherata”.

Pare quindi evidente che i posti considerati chiave, le priorità individuate, siano ben altre ed in certi ministeri siano finiti soggetti nominati sulla base di misteriosi criteri che non ci è dato conoscere.
Possiamo solo tentare di indovinare. 
Gli esercizi di intuizione sono però troppo facilmente influenzabili dal gossip quotidiano e si rischia unicamente di cadere o meglio scadere in un terreno già folto di protagonisti.
Per tornare alle qualità del nostro ministro basti vedere, al di là delle procedure di condivisione delle scelte (appunto nulle), come anche il processo di emanazione faccia acqua da tutte le parti. Ma questo, devo dire, è un discorso trasversale, un nuovo modus operandi.
Allora da genitore, parte in causa, mi verrebbe da dire, mi piacerebbe poter dire, che questa riforma è irricevibile non per quello che dice e quello che non dice, non perché danneggia me e mio figlio ma perché chi è stato deputato a predisporla è un incompetente.

Ma se scuola e futuro sono due parole legate da un vincolo indissolubile questo significa che chi non investe nella scuola non guarda al futuro e di converso chi guarda al futuro non può che investire nella scuola.

Si sente parlare solo di budget, di quadratura di bilancio, di rami secchi, punto di pareggio.  Ma questi sono termini aziendali, business.
Vi immaginate un paese in qualsiasi parte del mondo dove il bilancio della scuola pubblica possa essere in attivo (finanziario)?

Dobbiamo solo intenderci: lo Stato a quale modello di riferimento è più prossimo, famiglia o impresa?

Io ho la mia idea, evidentemente minoritaria. Io dico la famiglia, un modello in cui il ramo secco da tagliare è il vizio, l’orpello, il superfluo; dove la solidarietà è senso stesso dell’esistenza e dove le scelte sono fatte nell’interesse e nel rispetto di tutti. Dove i benefici appartengono a tutti ed i sacrifici vengono condivisi. Dove il debole viene aiutato a crescere e il forte a cogliere le proprie opportunità.

Possiamo accettare questa visione dello stato/azienda, dove chi è al vertice si comporta come in un consiglio di amministrazione sia in termini operativi che valutativi? Possiamo accettare questa attività di divulgazione programmatica e consuntiva che non è altro che pubblicità ingannevole con gli stessi termini e le stesse modalità di quello che vende i coltelli che tagliano tutto o la pedana vibrante che fa dimagrire?

Vado nel sito del ministero e leggo “più qualità meno quantità”. Ma di che parliamo di sugo pronto?
“Più qualità meno quantità” mi offende intanto perché è appunto uno slogan decontestualizzato e poi perché è falso come una banconota da due euro.
Mentre più qualità è tutto da vedere ed  è una prospettiva a lungo termine,  intanto meno quantità di denaro è certo ma è anche certo più quantità di alunni in una classe; meno quantità di insegnanti e però, un valido contrappeso, più quantità di lavagne touch.

Ma mi sono ripromesso di non fare “l’elenco della spesa”, non mi interessa dire questo mi piace e questo non mi piace.
Questo è!
C’è una maggioranza ed un Ministro che a mio avviso è, torno a dire, inadeguato ma che è stato messo al suo posto in seguito ad un democratico processo di scelta che la maggioranza degli italiani ha liberamente operato.

Una proposta? Una soluzione?
Confesso un senso di impotenza quasi mortificante.

Spero solo che questa nuova generazione faccia tesoro di questa protesta e sia stimolata a crescere e formarsi per contribuire a cambiare il Paese.
Purtroppo ragazzi e dico purtroppo, oltre ai tanti diritti che vi vengono negati vi si toglie la possibilità di scegliere.
Soprattutto a quei ragazzi dotati in grado di dire la loro nella società del futuro, di divenire classe dirigente, il genitore non ha più la possibilità di dire “scegli il lavoro che vuoi, anche l’ultimo degli ultimi, purché tu sia felice”. Ognuno, per usare un espressione di Napolitano, deve “avvertire il senso di responsabilità…. e mettere in campo ogni propria risorsa per il bene più alto che è quello dell’Italia”.

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