giovedì 2 dicembre 2010

Dalla Gilda degli insegnanti

Lettera aperta a famiglie, studenti, cittadini.

La Gilda degli Insegnanti di Perugia sostiene le iniziative di protesta degli insegnanti in difesa della scuola pubblica.

La Gilda degli insegnanti è stata fra i sindacati promotori dell’attuale forma di protesta che sta suscitando tanta attenzione all’interno del paese. Questa scelta è dettata in primo luogo dalla consapevolezza che la scuola pubblica è un bene di tutti e che, quando questa ricchezza viene seriamente messa in discussione, è necessario che tutti, insegnanti, studenti, cittadini reagiscano ed affermino a chiare lettere che non intendono accettare in silenzio tagli indiscriminati e marginalizzazione sociale e culturale.
Perché sosteniamo che la scuola pubblica è sotto attacco? Riassumiamo brevemente le scelte che sono state fatte negli ultimi dieci anni riguardo alla scuola pubblica:
-         tagli indiscriminati di ore di lezione (la cosiddetta Riforma Gelmini della Scuola Secondaria Superiore ha provocato riduzione di ore di lezione in tutti gli indirizzi). Non ci risulta che il taglio delle ore di scuola, produca, ipso facto, un miglioramento dei risultati;
-         tagli di sperimentazioni ventennali costruite sull’energia, la passione, la motivazione di insegnanti e studenti;
-         innalzamento del numero degli alunni per classe in tutti gli ordini di scuola, a discapito della qualità dell’insegnamento ed in condizioni di disagio ambientale a causa della dimensione spesso inadeguata delle aule;
-         tagli nelle ore di laboratorio in tutte le scuole a causa della riduzione del personale addetto;
-         ritardi nella dotazione finanziaria alle scuole per la sostituzione di docenti assenti e per il pagamento dei docenti impegnati negli Esami di Stato;
-         abolizione delle ore a disposizione per la sostituzione dei colleghi assenti. Tali ore sono state impegnate in ore di lezione, sempre a fini di riduzione della spesa per l’ istruzione. Questo ha comportato e comporta l’impossibilità di garantire la copertura dei docenti assenti con pesante riduzione delle ore di lezione e in violazione palese del diritto allo studio;
-         abolizione della diaria per l’accompagnamento degli studenti nei viaggi di istruzione all’estero.
Questi provvedimenti si inseriscono in un quadro già di per sé molto negativo; l’Italia investe una piccola parte del PIL in formazione e le scuole italiane sono luoghi mal accessoriati da ogni punto di vista, se confrontati con la media europea.
Non ci sembra proprio che la politica italiana si occupi della scuola pubblica, ne colga il potenziale di ricchezza per il futuro del paese, sappia investire sui giovani. La scuola pubblica, la scuola di tutti, è vista come un peso, una palla al piede, un inutile baraccone di cui sbarazzarsi il prima possibile. Si preferisce piuttosto dare soldi alla scuola privata, in spregio all’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana.
In questo contesto crediamo che non sia più possibile tacere. Se gli insegnanti hanno una colpa, è proprio quella di aver taciuto troppo a lungo, cercando di ovviare con il proprio impegno e la propria dedizione alle mille carenze strutturali ed all’impoverimento progressivo della scuola italiana.
Alle famiglie, ai cittadini vogliamo parlare anche per difendere questa forma di lotta che ha suscitato solidarietà, ma anche incomprensioni.
Perché scegliere il blocco dei viaggi di istruzione? I motivi sono numerosi e proviamo ad elencarli:
  1. la situazione attuale avrebbe forse richiesto il blocco di tutte le attività come messaggio forte; ma gli insegnanti, con grande senso di responsabilità, hanno deciso di non voler tagliare su tutte le altre attività della scuola, dalle lezioni extra-curricolari alle attività progettuali che continueranno a portare avanti, sia pure - e questo vogliamo dirlo a chiare lettere -  in condizioni di semi-volontariato;
  2. le forme di lotta tradizionali quali gli scioperi non hanno un impatto così forte sui media e sull’opinione pubblica;
  3. le agenzie di viaggi operano e guadagnano con le scuole in momenti dell’anno in cui il settore è – diciamo così – un po’ morto. Noi tutti, famiglie, studenti, docenti contribuiamo a potenziare il settore turistico; chi investe nella scuola italiana, chi la potenzia, chi ci crede?
  4. l’abolizione della diaria per i viaggi di istruzione all’estero può sembrare cosa da poco, ma non lo è affatto. Aldilà della pochezza del contributo, cogliamo in questo ultimo provvedimento un’ulteriore assenza di considerazione per il lavoro dei docenti. Accompagnare un gruppo di studenti all’estero comporta per l’insegnante in primo luogo la responsabilità civile e penale per gli studenti a lui/lei affidati; in secondo luogo sottintende una disponibilità 24/24 per ogni necessità degli alunni. Chi abolisce la diaria afferma implicitamente che accompagnare gli studenti in viaggio di istruzione è una sorta di svago e non un impegno serio che va per di più preparato e monitorato con attività antecedenti e successive al viaggio vero e proprio. Si tratta di un ulteriore insulto ai docenti e, in ultima analisi, di un ulteriore insulto alla scuola pubblica italiana.
Crediamo che sia necessario reagire con tutti i mezzi di protesta a disposizione e chiediamo la collaborazione di famiglie e studenti ad accettare un confronto che sia sereno, corretto e costruttivo.


Patrizia Basili
Responsabile Provinciale della Gilda degli Insegnanti di Perugia

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