martedì 25 gennaio 2011

Scuola pubblica: la protesta continua


Dopo l’approvazione della legge di stabilità e dei relativi atti normativi, restano tutte valide le ragioni che hanno spinto i docenti di numerose scuole di Perugia e provincia, come in molte realtà italiane, a promuovere forme di protesta in difesa della scuola pubblica. Ne precisiamo alcune.

1.    Investimento nella scuola pubblica dei risparmi ottenuti dai tagli.
I tagli alla scuola pubblica hanno comportato la riduzione del tempo scuola, dell’offerta formativa, dei posti di lavoro e un debito del Ministero verso le scuole di circa 1milardo di euro in parte coperti dalle famiglie. Di questo risparmio solo il 30% è stato messo a disposizione della scuola.
In parte verranno utilizzati per coprire gli scatti di anzianità del secondo semestre 2010 ma senza che ciò assicuri l’abolizione del blocco degli scatti sessennali per gli anni 2011-2012, previsto dalla L 133/08, né che ci siano le risorse per il rinnovo del contratto della scuola per il prossimo triennio. Le ragioni sindacali della protesta rimangono dunque tutte valide.

2.    Valutazione della scuola e dei docenti.
Il resto (circa 31 dei 350 milioni risparmiati) saranno utilizzati per l’attivazione di due progetti di sperimentazione per la valutazione delle scuole e per incrementare la busta paga degli insegnanti che si distinguono “per un generale apprezzamento professionale all’interno di una scuola”( non si specificano i criteri, né è prevista la terzietà necessaria per una valutazione seria e indipendente).
Nonostante un’ampia disponibilità da parte dei docenti e delle loro associazioni a discutere del problema della valutazione, nessuna delle scuole scelte ha accettato la proposta di partecipare alla sperimentazione ministeriale. Le ragioni di questo rifiuto sono da rintracciare nel fatto che sono stati cancellati, per esempio, il “modulo” nella scuola primaria, il “piano nazionale di informatica” nelle superiori, l’insegnamento di discipline come il diritto, la seconda lingua comunitaria e ridotte le ore di inglese senza riguardo alla valutazione, al merito, ai risultati, ai paragoni internazionali, ma con un atto unilaterale del Ministro, senza il coinvolgimento dei soggetti che vivono nel mondo della scuola, senza un dibattito nel Paese e neanche nel Parlamento.
Invitiamo i colleghi a rifiutare eventuali richieste di partecipazione alla sperimentazione perché servono solo a mascherare i tagli senza un disegno organico di valutazione del sistema scolastico.

3.    Affollamento delle aule.
Il TAR del Lazio ha accolto la prima azione collettiva italiana (class action) contro la Pubblica amministrazione. Si tratta del ricorso del Codacons contro le cosiddette «classi-pollaio», che accolgono fin 35-40 alunni, oltre i limiti fissati dalla legge, “con grave danno per la sicurezza di studenti e insegnanti''.  L’affollamento soprattutto delle prime classi, mediamente tra i 27 e 30 alunni, impedisce un insegnamento di qualità per tutti e apre al rischio della “dispersione scolastica” proprio nel momento in cui inizia un percorso scolastico che dovrebbe, per legge, essere garantito a tutti fino a 16 anni.

La protesta continua
Poiché il trattamento riservato rivela un disprezzo per la scuola pubblica e per il valore della cultura, che devono preoccuparci come cittadini, oltre che come insegnanti, confermiamo la volontà di garantire agli studenti il regolare svolgimento dei compiti connessi ai doveri contrattuali (lezioni, attività collegiali, azioni connesse alla realizzazione dell’offerta formativa) ma
·       confermiamo l’astensione da sostituzioni, da prestazioni straordinarie e dalla programmazione dei viaggi di istruzione e stage
·       invitiamo a sottoscrivere la “Petizione al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano” perché “inviti il Governo a reintegrare i fondi sottratti con l’articolo 64 della legge 133 del 2008 e a restituire alle Scuole Statali i fondi impropriamente concessi agli Istituti privati”. (docentiscuolapubblica.blogspot.com).

Coordinamento docenti della scuola pubblica di Perugia

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