lunedì 31 gennaio 2011

Anche l' ITC Perugia protesta

Il 22 dicembre un gruppo di docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale“A. Capitini –V. Emanuele II” di Perugia ha presentato al Collegio dei Docenti il documento che segue ed ha raccolto sulla mozione, concernente il blocco dei viaggi d’istruzione e indisponibilità ad effettuare ore di supplenza non obbligatorie per la sostituzione dei docenti assenti, 44 firme di adesione su 96 docenti in organico; 3 docenti firmavano la propria adesione solo al blocco dei viaggi d’istruzione.


Documento

I sottoscritti Docenti dell’Istituto Tecnico Economico ‘Capitini-Vittorio Emanuele II’ di Perugia esprimono la loro volontà di aderire alla protesta, ormai capillarmente diffusa in moltissime Istituzioni Scolastiche sia in provincia di Perugia che su tutto il territorio nazionale.
I motivi che portano alla protesta si riferiscono innanzi tutto ai tagli di risorse umane ed economiche che il sistema scolastico pubblico subisce da due anni e che ancora dovrà sopportare per i prossimi anni.

Anche nella nostra provincia i tagli stanno determinando, infatti, seri problemi sia alla qualità dell'offerta formativa, sia alla sicurezza dei nostri Istituti.
• L’elevato numero degli alunni per classe, in particolare nelle prime, è in conflitto con le norme in materia di sicurezza e decisamente in contrasto con quelle di una educazione attenta ai percorsi di apprendimento e di crescita civile degli studenti.
• Il carico di lavoro in continuo aumento, la negazione di un adeguato riconoscimento della professionalità in un lavoro sempre più complesso, le affrettate modifiche agli ordinamenti si concretizzano in meno scuola e meno qualità oltre ad un insopportabile ritorno alla gerarchia dei saperi decisamente datata.
• La diminuzione delle ore di lezione proprio nell’area tecnico-scientifica rischia di aggravare il divario già esistente rispetto agli altri Paese Europei
• Il taglio dei fondi destinati alla scuola pubblica (alla quale solo in minima parte sono andati i “risparmi” dovuti alle “razionalizzazioni” operate dalla “riforma Gelmini”) impoverisce l’offerta formativa rendendola inadeguata per una efficace e moderna preparazione dei nostri studenti
• Il taglio dei fondi per le supplenze, l’orario pieno dei docenti senza più le ore a disposizione da utilizzare per la sostituzione dei colleghi assenti, si traducono di fatto in una diminuzione delle ore di lezione curricolari.
• La pesante riduzione del personale ATA compromette lo svolgimento della parte burocratica degli uffici e dei compiti di vigilanza e supporto all’attività didattica.

A questo quadro così drammatico, ma assolutamente reale, va aggiunto, tra le motivazioni della protesta:
• il blocco del contratto nazionale di lavoro del personale della scuola per 3 anni e quindi il blocco delle retribuzioni;
• l’eliminazione degli scatti d’anzianità;
• la decurtazione degli stipendi in caso di malattia;
• il carattere sanzionatorio e punitivo di tutti gli ultimi provvedimenti ministeriali;
• l’irrisorietà dei finanziamenti per le attività aggiuntive e di supporto all’offerta formativa rispetto alla mole di lavoro che queste comportano e l’incertezza dei relativi pagamenti derivante dall’introduzione del cedolino unico;
• il mancato compenso per i viaggi d’istruzione nonostante il servizio a tempo pieno e le responsabilità civili e penali a carico dei docenti;
• il cospicuo finanziamento elargito agli istituti privati a fronte dei pesanti tagli economici che la scuola pubblica ha subito;
• il licenziamento di migliaia di precari.

Forse questi ultimi temi dovrebbero essere collocati ai primi posti, se non fosse che prima di tutto sta a cuore il futuro della scuola pubblica e il rispetto dei diritti dei giovani.

Si è consapevoli che l’adesione alla protesta può provocare disagi alle famiglie e agli studenti, ma i lavoratori della Scuola hanno scelto questa forma di lotta per rendere visibile la loro opposizione ai provvedimenti volti a un drastico ridimensionamento della scuola pubblica e che minano il diritto all’istruzione e pregiudicano il futuro per troppi giovani.
I docenti di questo Istituto chiedono anche la solidarietà delle famiglie e degli studenti in quanto la qualità dell’istruzione pubblica è un bene comune assoluto ed irrinunciabile.
C’è la crisi, ma la crisi non può essere l’ennesimo pretesto per penalizzare l’istruzione, la formazione, la cultura perché queste rappresentano la ricchezza del Paese.

Pertanto i Docenti di questo Istituto decidono le seguenti forme di protesta:
• blocco dei viaggi di istruzione
• indisponibilità a effettuare ore di supplenza non obbligatorie per la sostituzione dei colleghi assenti.

Perugia, 22 dicembre 2010

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