Il 22 dicembre un gruppo di docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale“A. Capitini –V. Emanuele II” di Perugia ha presentato al Collegio dei Docenti il documento che segue ed ha raccolto sulla mozione, concernente il blocco dei viaggi d’istruzione e indisponibilità ad effettuare ore di supplenza non obbligatorie per la sostituzione dei docenti assenti, 44 firme di adesione su 96 docenti in organico; 3 docenti firmavano la propria adesione solo al blocco dei viaggi d’istruzione.
Documento
I sottoscritti Docenti dell’Istituto Tecnico Economico ‘Capitini-Vittorio Emanuele II’ di Perugia esprimono la loro volontà di aderire alla protesta, ormai capillarmente diffusa in moltissime Istituzioni Scolastiche sia in provincia di Perugia che su tutto il territorio nazionale.
I motivi che portano alla protesta si riferiscono innanzi tutto ai tagli di risorse umane ed economiche che il sistema scolastico pubblico subisce da due anni e che ancora dovrà sopportare per i prossimi anni.
Anche nella nostra provincia i tagli stanno determinando, infatti, seri problemi sia alla qualità dell'offerta formativa, sia alla sicurezza dei nostri Istituti.
• L’elevato numero degli alunni per classe, in particolare nelle prime, è in conflitto con le norme in materia di sicurezza e decisamente in contrasto con quelle di una educazione attenta ai percorsi di apprendimento e di crescita civile degli studenti.
• Il carico di lavoro in continuo aumento, la negazione di un adeguato riconoscimento della professionalità in un lavoro sempre più complesso, le affrettate modifiche agli ordinamenti si concretizzano in meno scuola e meno qualità oltre ad un insopportabile ritorno alla gerarchia dei saperi decisamente datata.
• La diminuzione delle ore di lezione proprio nell’area tecnico-scientifica rischia di aggravare il divario già esistente rispetto agli altri Paese Europei
• Il taglio dei fondi destinati alla scuola pubblica (alla quale solo in minima parte sono andati i “risparmi” dovuti alle “razionalizzazioni” operate dalla “riforma Gelmini”) impoverisce l’offerta formativa rendendola inadeguata per una efficace e moderna preparazione dei nostri studenti
• Il taglio dei fondi per le supplenze, l’orario pieno dei docenti senza più le ore a disposizione da utilizzare per la sostituzione dei colleghi assenti, si traducono di fatto in una diminuzione delle ore di lezione curricolari.
• La pesante riduzione del personale ATA compromette lo svolgimento della parte burocratica degli uffici e dei compiti di vigilanza e supporto all’attività didattica.
A questo quadro così drammatico, ma assolutamente reale, va aggiunto, tra le motivazioni della protesta:
• il blocco del contratto nazionale di lavoro del personale della scuola per 3 anni e quindi il blocco delle retribuzioni;
• l’eliminazione degli scatti d’anzianità;
• la decurtazione degli stipendi in caso di malattia;
• il carattere sanzionatorio e punitivo di tutti gli ultimi provvedimenti ministeriali;
• l’irrisorietà dei finanziamenti per le attività aggiuntive e di supporto all’offerta formativa rispetto alla mole di lavoro che queste comportano e l’incertezza dei relativi pagamenti derivante dall’introduzione del cedolino unico;
• il mancato compenso per i viaggi d’istruzione nonostante il servizio a tempo pieno e le responsabilità civili e penali a carico dei docenti;
• il cospicuo finanziamento elargito agli istituti privati a fronte dei pesanti tagli economici che la scuola pubblica ha subito;
• il licenziamento di migliaia di precari.
Forse questi ultimi temi dovrebbero essere collocati ai primi posti, se non fosse che prima di tutto sta a cuore il futuro della scuola pubblica e il rispetto dei diritti dei giovani.
Si è consapevoli che l’adesione alla protesta può provocare disagi alle famiglie e agli studenti, ma i lavoratori della Scuola hanno scelto questa forma di lotta per rendere visibile la loro opposizione ai provvedimenti volti a un drastico ridimensionamento della scuola pubblica e che minano il diritto all’istruzione e pregiudicano il futuro per troppi giovani.
I docenti di questo Istituto chiedono anche la solidarietà delle famiglie e degli studenti in quanto la qualità dell’istruzione pubblica è un bene comune assoluto ed irrinunciabile.
C’è la crisi, ma la crisi non può essere l’ennesimo pretesto per penalizzare l’istruzione, la formazione, la cultura perché queste rappresentano la ricchezza del Paese.
Pertanto i Docenti di questo Istituto decidono le seguenti forme di protesta:
• blocco dei viaggi di istruzione
• indisponibilità a effettuare ore di supplenza non obbligatorie per la sostituzione dei colleghi assenti.
Perugia, 22 dicembre 2010
lunedì 31 gennaio 2011
mercoledì 26 gennaio 2011
Gli studenti scioperano con la FIOM
Documenti pubblicati dagli studenti di Perugia
Il futuro non è ricattabile - UDU Rete Studenti
Tutt* unit* con la FIOM - Onda Perugia
Il futuro non è ricattabile - UDU Rete Studenti
Tutt* unit* con la FIOM - Onda Perugia
martedì 25 gennaio 2011
Scuola pubblica: la protesta continua
Dopo l’approvazione della legge di stabilità e dei relativi atti normativi, restano tutte valide le ragioni che hanno spinto i docenti di numerose scuole di Perugia e provincia, come in molte realtà italiane, a promuovere forme di protesta in difesa della scuola pubblica. Ne precisiamo alcune.
1. Investimento nella scuola pubblica dei risparmi ottenuti dai tagli.
I tagli alla scuola pubblica hanno comportato la riduzione del tempo scuola, dell’offerta formativa, dei posti di lavoro e un debito del Ministero verso le scuole di circa 1milardo di euro in parte coperti dalle famiglie. Di questo risparmio solo il 30% è stato messo a disposizione della scuola.
In parte verranno utilizzati per coprire gli scatti di anzianità del secondo semestre 2010 ma senza che ciò assicuri l’abolizione del blocco degli scatti sessennali per gli anni 2011-2012, previsto dalla L 133/08, né che ci siano le risorse per il rinnovo del contratto della scuola per il prossimo triennio. Le ragioni sindacali della protesta rimangono dunque tutte valide.
2. Valutazione della scuola e dei docenti.
Il resto (circa 31 dei 350 milioni risparmiati) saranno utilizzati per l’attivazione di due progetti di sperimentazione per la valutazione delle scuole e per incrementare la busta paga degli insegnanti che si distinguono “per un generale apprezzamento professionale all’interno di una scuola”( non si specificano i criteri, né è prevista la terzietà necessaria per una valutazione seria e indipendente).
Nonostante un’ampia disponibilità da parte dei docenti e delle loro associazioni a discutere del problema della valutazione, nessuna delle scuole scelte ha accettato la proposta di partecipare alla sperimentazione ministeriale. Le ragioni di questo rifiuto sono da rintracciare nel fatto che sono stati cancellati, per esempio, il “modulo” nella scuola primaria, il “piano nazionale di informatica” nelle superiori, l’insegnamento di discipline come il diritto, la seconda lingua comunitaria e ridotte le ore di inglese senza riguardo alla valutazione, al merito, ai risultati, ai paragoni internazionali, ma con un atto unilaterale del Ministro, senza il coinvolgimento dei soggetti che vivono nel mondo della scuola, senza un dibattito nel Paese e neanche nel Parlamento.
Invitiamo i colleghi a rifiutare eventuali richieste di partecipazione alla sperimentazione perché servono solo a mascherare i tagli senza un disegno organico di valutazione del sistema scolastico.
3. Affollamento delle aule.
Il TAR del Lazio ha accolto la prima azione collettiva italiana (class action) contro la Pubblica amministrazione. Si tratta del ricorso del Codacons contro le cosiddette «classi-pollaio», che accolgono fin 35-40 alunni, oltre i limiti fissati dalla legge, “con grave danno per la sicurezza di studenti e insegnanti''. L’affollamento soprattutto delle prime classi, mediamente tra i 27 e 30 alunni, impedisce un insegnamento di qualità per tutti e apre al rischio della “dispersione scolastica” proprio nel momento in cui inizia un percorso scolastico che dovrebbe, per legge, essere garantito a tutti fino a 16 anni.
La protesta continua
Poiché il trattamento riservato rivela un disprezzo per la scuola pubblica e per il valore della cultura, che devono preoccuparci come cittadini, oltre che come insegnanti, confermiamo la volontà di garantire agli studenti il regolare svolgimento dei compiti connessi ai doveri contrattuali (lezioni, attività collegiali, azioni connesse alla realizzazione dell’offerta formativa) ma
· confermiamo l’astensione da sostituzioni, da prestazioni straordinarie e dalla programmazione dei viaggi di istruzione e stage
· invitiamo a sottoscrivere la “Petizione al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano” perché “inviti il Governo a reintegrare i fondi sottratti con l’articolo 64 della legge 133 del 2008 e a restituire alle Scuole Statali i fondi impropriamente concessi agli Istituti privati”. (docentiscuolapubblica.blogspot.com).
lunedì 24 gennaio 2011
La Repubblica - 24 gennaio 2011
L'inghippo sugli stipendi dei prof
solo una parte prenderà gli aumenti
Ministero e parte dei sindacati avevano assicurato che gli scatti, bloccati dalla manovra, erano stati reintegrati. Ma ora, guardando le buste paga, per circa 400mila, questo avverrà con tre anni di ritardo. E parte l'allarmedi SALVO INTRAVAIALeggi l'articolo
La Repubblica - 21 gennaio 2011
Aule-pollaio, sì alla class action
il Tar dà ragione alle famiglie
Il Tribunale amministrativo ammette la prima azione di questo genere contro la pubblica amministrazione. Con il taglio di 87mila cattedere molte scuole esplodono. E ora il ministero deve rispondere e prendere misure. Gelmini: "Ricorso infondato"
FLC CGIL e lo sciopero del 28 gennaio
Documenti di adesione dei lavoratori della conoscenza allo sciopero del 28 gennaio
I link seguenti riportano alcuni dei documenti di adesione
Retescuole
RSU Politecnico di Torino, Università di Torino e Università di Padova
Il Coordinamento dei lavoratori, studenti e genitori delle scuole secondarie di Roma
Coordinamenti Precari Napoli e Milano
Iqbal Masih
Retescuole
RSU Politecnico di Torino, Università di Torino e Università di Padova
Il Coordinamento dei lavoratori, studenti e genitori delle scuole secondarie di Roma
Coordinamenti Precari Napoli e Milano
Iqbal Masih
mercoledì 12 gennaio 2011
Petizione al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Italiana
Onorevole Giorgio Napolitano
la firmataria/il firmatario della presente,
in qualità di cittadina/o, che ha sempre pagato le proprie tasse, che mai ha visto le stesse diminuire e che, malgrado ciò, ha visto un impoverimento dei servizi che quelle tasse dovrebbero
garantire.
CONSTATATO:
1 Che la Pubblica Istruzione è tra i servizi maggiormente penalizzati dalle manovre governative, con il taglio di circa 8 miliardi di euro e 132.000 lavoratori in 3 anni.
2 Che detti tagli stanno demolendo un modello di scuole elementari tra i migliori in Europa.
3 Che i tagli comportano per le scuole medie la riduzione delle attività di recupero e potenziamento e la cancellazione dei laboratori espressivi.
4 Che i tagli hanno impoverito notevolmente l’offerta formativa delle scuole superiori.
5 Che i tagli, per Tecnici e Professionali, hanno riguardato anche le classi successive alle prime.
6 Che i tagli determinano un sovraffollamento delle aule oltre i limiti consentiti delle norme
sulla sicurezza.
7 Che detti tagli comportano l’impossibilità a seguire adeguatamente gli alunni/e in assenza del docente.
8 Che crescono quotidianamente i crediti vantati dalle scuole per la dotazione ordinaria e
che ciò ha costretto le stesse a chiedere alle famiglie contributi “volontari” per l’ordinario
funzionamento.
9 Che i bisogni specifici di alunni e alunne disabili sono ogni anno più trascurati.
10 Che del “disimpegno” dello Stato nella cura dell’Istruzione Pubblica Statale potranno avvantaggiarsi, laddove le famiglie potranno permetterseli, gli Istituti paritari.
11 Che i fondi per “Formazione”, “Autonomia” e “Offerta Formativa” sono stati drasticamente
ridotti.
12 Che la Finanziaria 2011 riduce del 70% i fondi per il diritto allo studio mentre per le scuole
paritarie non prevede nessun taglio con il reintegro di 245 milioni di euro cancellati in prima
scrittura.
CHIEDE
Un Suo autorevole intervento, in qualità di garante dei principi costituzionali, affinché nessun
ragazzo o ragazza, bambino o bambina, sia penalizzato nel frequentare le scuole statali, a maggior ragione per coloro in condizioni di disabilità o disagio economico .
La sottoscritta/ Il sottoscritto Le chiede quindi di invitare il Governo a reintegrare i fondi sottratti con l’articolo 64 della legge 133 del 2008 e a restituire alle Scuole Statali i fondi impropriamente concessi agli Istituti privati.
Con osservanza
A questo link http://www.retescuole.net/contenuto?id=20101112090136
si trovano tutte le informazioni sulla petizione in difesa della scuola pubblica per la quale si stanno raccogliendo firme in tutta Italia
Onorevole Giorgio Napolitano
la firmataria/il firmatario della presente,
in qualità di cittadina/o, che ha sempre pagato le proprie tasse, che mai ha visto le stesse diminuire e che, malgrado ciò, ha visto un impoverimento dei servizi che quelle tasse dovrebbero
garantire.
CONSTATATO:
1 Che la Pubblica Istruzione è tra i servizi maggiormente penalizzati dalle manovre governative, con il taglio di circa 8 miliardi di euro e 132.000 lavoratori in 3 anni.
2 Che detti tagli stanno demolendo un modello di scuole elementari tra i migliori in Europa.
3 Che i tagli comportano per le scuole medie la riduzione delle attività di recupero e potenziamento e la cancellazione dei laboratori espressivi.
4 Che i tagli hanno impoverito notevolmente l’offerta formativa delle scuole superiori.
5 Che i tagli, per Tecnici e Professionali, hanno riguardato anche le classi successive alle prime.
6 Che i tagli determinano un sovraffollamento delle aule oltre i limiti consentiti delle norme
sulla sicurezza.
7 Che detti tagli comportano l’impossibilità a seguire adeguatamente gli alunni/e in assenza del docente.
8 Che crescono quotidianamente i crediti vantati dalle scuole per la dotazione ordinaria e
che ciò ha costretto le stesse a chiedere alle famiglie contributi “volontari” per l’ordinario
funzionamento.
9 Che i bisogni specifici di alunni e alunne disabili sono ogni anno più trascurati.
10 Che del “disimpegno” dello Stato nella cura dell’Istruzione Pubblica Statale potranno avvantaggiarsi, laddove le famiglie potranno permetterseli, gli Istituti paritari.
11 Che i fondi per “Formazione”, “Autonomia” e “Offerta Formativa” sono stati drasticamente
ridotti.
12 Che la Finanziaria 2011 riduce del 70% i fondi per il diritto allo studio mentre per le scuole
paritarie non prevede nessun taglio con il reintegro di 245 milioni di euro cancellati in prima
scrittura.
CHIEDE
Un Suo autorevole intervento, in qualità di garante dei principi costituzionali, affinché nessun
ragazzo o ragazza, bambino o bambina, sia penalizzato nel frequentare le scuole statali, a maggior ragione per coloro in condizioni di disabilità o disagio economico .
La sottoscritta/ Il sottoscritto Le chiede quindi di invitare il Governo a reintegrare i fondi sottratti con l’articolo 64 della legge 133 del 2008 e a restituire alle Scuole Statali i fondi impropriamente concessi agli Istituti privati.
Con osservanza
A questo link http://www.retescuole.net/contenuto?id=20101112090136
si trovano tutte le informazioni sulla petizione in difesa della scuola pubblica per la quale si stanno raccogliendo firme in tutta Italia
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